Teatro Niccolini, dopo vent’anni riapre l’8 gennaio con il “suo” Paolo Poli («La Repubblica»)
Chi meglio di un artista che l’ha abitato per lungo tempo, può inaugurare la terza vita del Teatro Niccolini di Firenze
Terminati i restauri, l’agenda prevede una serata di Pitti poi la prima dei Magazzini
Chi meglio di un artista che l’ha abitato per lungo tempo, può inaugurare la terza vita del Teatro Niccolini di Firenze, entrato a far parte della sempre più vasta galassia della Pergola nella sua trasformazione in teatro nazionale? Sarà Paolo Poli il primo a calcare il palcoscenico dell’antica sala di via Ricasoli, chiusa da una ventina d’anni, poi oggetto di lavori imponenti iniziati nel 2011 grazie all’acquisizione dell’editore fiorentino Mauro Pagliai, che lo rilevò dalla famiglia Ghezzi. La data è stata fissata, salvo imprevisti: 8 gennaio 2016. Con una serata d’onore dedicata all’attore fiorentino. Poi, il giorno successivo, il teatro dovrebbe aprire festosamente alla città, che potrà visitare la struttura restituita a nuova vita dall’architetto Andre Benaim. In questi giorni si stanno decidendo le modalità d’accesso. Fra pochissimi giorni dunque, il sipario del Niccolini tornerà ad alzarsi, e lo farà con un artista che conosce quel palcoscenico come le sue tasche, ed ogni angolo è un ricordo prezioso, echi di applausi interminabili, risuonare di coltissime risate. A lui fu affidata l’inaugurazione, nel 1978, dopo un lungo restauro, con Mezzacoda, che lo vedeva sul palco insieme alla pianista Jacqueline Perrotin; Teatrino invece è il titolo dell’evento dell’8 gennaio. Non sarà un vero e proprio spettacolo, ma un incontro con l’artista attraverso un’intervista del critico teatrale Valentina Grazzini: «Una chiacchierata libera e asciutta, nel segno dell’improvvisazione, contrappuntata da contributi video e audio, da fotografie, poesie, dagli ormai mitici e sfrontati “bissini” con cui Poli conclude i suoi spettacoli – spiega Grazzini – Partiremo dal Paolo Poli “in bianco e nero” degli esordi, della compagnia L’alberello, dell’esperienza milanese, degli anni Sessanta, della censura per poi approdare a quello “a colori” della maturità. Non c’è niente di prefissato, tutto sarà molto spontaneo, com’è giusto che sia con Poli». Un’occasione doppiamente importante, visto che Poli ha sciolto la sua compagnia e sempre più raramente si presenta dal vivo in teatro. Ci sono già altri appuntamenti nel calendario di via Ricasoli. Giusto la settimana dopo il ritorno di Poli, sarà Pitti a invadere l’ex Teatro del Cocomero con la sfilata di Marco De Vincenzo, stilista per Fendi e ora anche con una propria maison, ospite d’onore per la moda donna all’interno di Pitti Uomo: il 14 gennaio. E, a aprile, è previsto il debutto della nuova produzione della compagnia Lombardi-Tiezzi, ex Magazzini: un omaggio a Pasolini con la messinscena del Calderon. Già questo primo stralcio di programmazione rende l’idea di cosa sarà il Niccolini: uno spazio polifunzionale. Che tra l’altro accoglierà i visitatori dell’Opera del Duomo: nel teatro si svolgeranno infatti delle proiezioni introduttive che racconteranno ai turisti provenienti da tutto il mondo la storia della cattedrale. Un centro accoglienza propedeutico che entrerà in funzione entro Pasqua. Una ristrutturazione (costo top secret, si parla però di 8 milioni di euro) «attraverso la conservazione dell’antico modello settecentesco con in più il massimo di tecnologia contemporanea». Così Mauro Pagliai sintetizza i lavori che hanno fatto risorgere la sala le cui origini sono nella metà del Seicento, ma la storia è costellata di continui rifacimenti sia nell’Ottocento che nel Novecento, fino agli attuali lavori che sono al rush finale. Adeguamento alla normativa antincendio e di sicurezza, nuovi impianti di refrigerazione e riscaldamento, nuova illuminazione in sala, gli antichi stucchi completamente recuperati, soffitti consolidati – soprattutto quelli del palcoscenico (dotato tra l’altro di nuove tecnologie) che avevano ceduto all’incuria e alle intemperie – un palchetto da 35 posti ricavato nel loggione, le 408 poltroncine nuovissime. Oltre alla riapertura della Sala del Cocomero, un tempo utilizzata per le prove, a un bookshop e anche ad una caffetteria. Così tornerà a vivere il teatro di Paolo Poli sì, ma anche di Carlo Cecchi che qui negli anni Ottanta mise radici con la sua compagnia, e di Carmelo Bene, che al Niccolini tenne un indimenticabile recital dedicato a Leopardi e Holderlin, o di Laura Betti, che vi recitò Pasolini. Poi, il silenzio, interrotto nel 2002 da un’occupazione di 100 ragazzi del Network: stigmatizzavano gli spazi culturali abbandonati invitando le istituzioni a restituirli alla città.