Polistampa compra il Niccolini («La Repubblica»)
Pagliai compra il Niccolini
L’editore riapre il teatro-gioiello
Trattativa lampo, la sala di via Ricasoli passa di mano dopo 11 anni di degrado per 2 milioni
STAVOLTA è vero. Dopo trattative fallite, progetti mai andati in porto, compratori che all’ultimo momento si sono ritirati indietro e le «okkupazioni» dei giovani antagonisti fiorentini, il destino del Teatro Niccolini, chiuso dal 1995, è arrivato ad una svolta decisiva: Mauro Pagliai, amministratore unico della casa editrice fiorentina Polistampa, ha infatti acquistato la storica sala di via Ricasoli, tra anni Ottanta e Novanta sede del Teatro Stabile di Firenze diretto da Roberto Toni e Carlo Cecchi (che qui realizzò spettacoli memorabili come Il borghese gentiluomo di Moliere, La tempesta di Shakespeare con Paolo Rossi nel ruolo di Ariel), palcoscenico prediletto da attori come Paolo Poli, Leo DeBerardinis, Carmelo Bene, dal Cirque Imaginaire di Victoria Chaplin e Jean Baptiste Thierrée, da jazzisti come Chet Baker e Steve Lacy.
LA TRATTATIVA è stata condotta in tempi brevissimi: «I primi contatti sono avvenuti all’inizio dell’anno – spiega Ignazio Vaccaro, legale della famiglia Ghezzi, ex proprietaria dell’immobile – adesso l’atto è stato firmato, ma trattandosi di un bene vincolato, è sottoposto a condizione sospensiva: entro 60 giorni, infatti, lo stato potrà avvalersi del diritto di prelazione». Ipotesi molto remota.
Pagliai avrebbe acquistato il teatro, 500 posti, fondato nel 1644 dall’Accademia degli Immobili e per lungo tempo chiamato «del Cocomero», per una cifra – non confermata – di poco superiore a due milioni di euro. Costo destinato a salire per gli interventi di ristrutturazione e restauro, che l’architetto André Benaim definisce importanti: «Facciata e tetto vanno rifatti – spiega il tecnico che per 11 anni ha sorvegliato la struttura – anche se i vincoli impongono qualche agevolazione e deroga». Benaim ha tra l’altro curato il progetto di restauro approvato da Comune e Soprintendenza e presentato nel 2004 da un ex candidato proprietario che poi si è ritirato dall’affare: prevedeva il recupero di una corte di 200 metri quadrati, un tempo di proprietà della libreria Marzocco; uno spazio dalle molte funzioni, tra cui anche un ristorante. Sarà confermato quel progetto? Tutti i particolari sull’acquisto del Niccolini saranno dati in una conferenza stampa che si terrà venerdì prossimo nel foyer del teatro. Ma Antonio Pagliai, figlio dell’editore fiorentino, fuga ogni dubbio: «Il Niccolini tornerà ad ospitare spettacoli, concerti, proiezioni cinematografiche; il nostro obbiettivo è di trasformarlo in un vero e proprio centro culturale polivalente con mostre, convegni, un caffè letterario». Se il fine è chiaro, i mezzi con cui il teatro tornerà a vivere sono ancora da stabilire: «I lavori termineranno nel 2008 – spiega Pagliai junior – entro quella scadenza capiremo quali saranno le modalità di gestione sia artistica che finaziaria del Niccolini: se sarà nominato un direttore, o se sarà affidato ad una società esterna, o se magari costituiremo un’associazione culturale»
Antonio Pagliai tace sul motivo che ha spinto il padre all’acquisto della sala: «L’idea è legata a un fatto inaspettato e rocambolesco» dice. Certo è che il padre Mauro non è nuovo a imprese simili: basti pensare all’acquisto dell’ex chiesa di Santa Chiara in via de’ Serragli, nell’Ottocento laboratorio dello scultore Pio Fedi: lì, nel 1994, trovò sede la casa editrice, fondata a metà anni Sessanta. Oggi, Polistampa, è un’azienda a conduzione familiare i cui soci sono, oltre a Mauro e al figlio Antonio, la figlia Costanza e la moglie Piera; una quarantina di dipendenti, ha un fatturato annuo di quattro milioni e mezzo di euro, legato soprattutto a cataloghi di mostre, che hanno rappresentato una svolta nella produzione della casa editrice. In Santa Chiara hanno sede gli uffici di un’altra società che Mauro Pagliai ha aperto nel 1999: la Polistampa Eventi, che offre servizi museali e organizza mostre (come l’omaggio a Arnolfo all’Opera del Duomo).
Soddisfazione in Palazzo Vecchio «sia per la qualità dell’imprenditore che ha acquistato il teatro sia per il futuro del Niccolini per cui esiste un progetto approvato». Nel 1999 l’allora assessore alla cultura Guido Clemente avviò una trattativa con i Ghezzi per l’acquisto del Niccolini approfittando di un accordo Stato-Regione per il recupero di teatri storici. Ma il suo mandato finì e i termini di presentazione delle pratiche furono lasciati scadere.