Non solo spettacoli nella nuova vita del Niccolini («La Nazione»)
Ritorno
Non solo un teatro, ma un centro culturale polivalente e di respiro internazionale che resterà aperto dalla mattina fino alla notte, quando si spegneranno le luci di placoscenico.
Questo sarà, in un futuro non troppo prossimo causa i lunghi e complessi lavori di ristrutturazione che lo attendono, il Niccolini, il più antico teatro di Firenze nato nel cuore della città, a due passi dal Duomo, come “Teatro del Cocomero”, il 28 febbraio del 1658. Promotore della rinascita del tetaro, chiuso dal novembre del 1995, Mauro Pagliai (nella foto con il figlio Antonio), fondatore e direttore della casa editrice fiorentina Polistampa e della società di servizi Eventi Pagliai, che conta di dare avvio ai lavori di ristrutturazione nella prossima primavera e spera di poter riaprire i battenti entro il 2008.
I 5 mila metri quadrati del complesso, oltre alla sala del tatro che potrà avere un’agibilità massima di 500 posti e una saletta per proiezioni cinematografiche, comprendono anche uno spazio a piano terra con sette affacci su via Ricasoli, che apriranno molto prima del teatro, e tre piani che un tempo ospitavano uffici e un appartamento. Uno spazio enorme che, secondo le intenzioni di Mauro Pgliai, dovrà diventare un punto di riferimento culturale per quanti abitano a Firenze e per quanti vi soggiornano e contenere, oltre al teatro, una libreria, un caffè letterario, uno spazio per mostre, convegni, oltre che un ristorante, godibile nel dopo spettacolo. Da alcuni anni un nuovo progetto di restauro dell’architetto Andrè Benaim – profondo conoscitore della struttura e uomo di teatro, in quanto proprio al Niccolini ha realizzato le scenografie per lo spettacolo “Ritorno a casa” di Carlo Cecchi – prevede il recupero anche di alcuni locali che nel tempo si erano persi.
Anche l’amministrazione comunale tramite il vicesindaco Matulli, il presidente della Provincia, Matteo Renzi e il presidente della Regione Toscana, Claudio Martini, hanno voluto fare gli auguri all’editore, imprenditore, e ora anche impresario, Mauro Pagliai, sottolinenado il suo impegno «per il recupero e la valorizzazione di uno spazio storico e molto amato dalla città». «La scelta del direttore artistico? Ho già ricevuto telefonate e sollecitazioni, ma stupirò tutti ancora una volta», assicura Pagliai.