Niccolini, che bella sorpresa («Il Firenze»)
Dopo anni di abbandono, l’editore Mauro Pagliai ha acquistato lo storico spazio artistico, finito in pasto al degrado dopo la chiusura. Un investimento per la rinascita culturale di Firenze.
Un vecchio nuovo teatro per Firenze. Nel 2008 riaprirà il Teatro Niccolini di via Ricasoli, il più antico teatro fiorentino, che potrà così risplendere nella sua nuova veste e riscoprire tutta la sua storia sepolta dal degrado e dall’abbandono degli anni. L’imprenditore fiorentino Mauro Pagliai ha acquistato l’edificio, lasciato senza destino da ormai troppi anni, con l’intenzione di trasformarlo in uno spazio culturale polivalente, sede di spettacoli, mostre, covegni, e con all’interno una libreria e un caffè letterario.
IL DIRETTORE delle Edizioni Polistampa che è diventato anche animatore culturale dell’ambiente fiorentino con la sua società di servizi Eventi Pagliai, ha così preso in mano uno dei più importanti luoghi d’arte della città per ampliare le proprie attività e per portare a Firenze un nuovo spazio di cultura. Il Teatro Niccolini, chiamato in origine Teatro del Cocomero, è uno dei primi esempi di teatro all’italiana e, costruito nel 1644 da Niccolò degli Ughi, divenne ben presto sede dell’Accademia degli Immobili. Il Niccolini è stato protagonista, insieme al Teatro della Pergola, delle vicende teatrali della Firenze moderna. Quando l’accademia degli Immobili si trasferì nella neonata Pergola, il Teatro del Cocomero divenne la sede dell’Accademia degli Infuocati. Il Teatro di via Ricasoli, che fino a metà Ottocento veniva ancora chiamato Teatro del Cocomero e Teatro degli Infuocati, cambiò nome nell’anno della morte del tragediografo Giovan Battista Niccolini, che tante opere aveva scritto per quelle scene. Tra gli anni Settanta e Ottanta del Novecento il Niccolini, sotto la direzione di Roberto Toni, divenne il punto di riferimento per la prosa e l’avanguardia e ospitò, tra l’altro, spettacoli di Ingmar Bergman, Vittorio Gassman, del Living Theatre e Carmelo Bene. Il 1995 ha visto susseguirsi alla chiusura dello stabile un lungo periodo di abbandono. La nuova stagione del Niccolini si prospetta tutta improntata alla vena europeista dell’imprenditore che, come afferma suo figlio Antonio Pagliai: «Potrebbe essere una linea interessante per quel turismo culturale e di qualità che gravità attorno a Firenze da tutta Europa». E continua: «La decisione di acquistare il Niccolini è stata presa in pochi mesi ma in realtà mio padre stava cercando uno spazio molto più ridotto al centro di Firenze.
L’OCCASIONE per pensare al teatro Niccolini è stata casuale e non premeditata». Mauro Pagliai, con il suo investimento, potrà dare a questo spazio dalle mura antiche tutta la sua sensibilità di imprenditore, per un mutamento dei tempi che ha bisogno di luoghi deputati in cui ritrovarsi e confrontarsi in vista di una nuova rinascita culturale. Firenze dimostra ancora una volta come, sempre più spesso, diventi necessario l’ingresso dei privati nella scena della conservazione e del rilancio dei beni artistici e architettonici delle città italiane. Ciò che non può fare l’istituzione e lo Stato, sempre più intenti a tagliare fondi e fondamenta alla cultura, può essere integrato da imprenditori illuminati che puntano le proprie risorse in un ambito tanto rischioso quanto stimolante.