Nuova vita per un teatro, Niccolini atto secondo («La Nazione»)
Niccolini atto secondo. Riapre oggi il teatro più antico di Firenze, antico più ancora della Pergola e che si chiamava Teatro del Cocomero: prevista una serata un po’ familiare per tagliare il nastro, con autorità un’esibizione musicale e il racconto di uno dei suoi grandi protagonisti, Paolo Poli.
Stasera salirà dopo vent’anni, a raccontare il decollo dei suoi momenti d’oro da un palcoscenico che ha visto prendere il volo giganti come Carlo Cecchi, Carmelo Bene; o personaggi come Giampiero Solari che, dopo essere passato dal Niccolini, oggi firma tutti gli spettacoli più famosi di Fiorello, Ranieri e della Rai. Non uno spettacolo, ma un racconto per immagini e musica che sarà condotto da Valentina Grazzini: stasera si ascolteranno anche le canzoni del mitico spettacolo di Poli, Mezzacoda.
“Il Niccolini – dice l’attore dalla platea – tra tutti i teatri che ho frequentato, è l’unico con un’ atmosfera diversa, come di casa”. Si riapre un teatro, diventato grande nel ricordo e nella storia grazie all’intuito di un direttore teatrante come Roberto Toni, che qui fece debuttare un giovanissimo Paolo Conte e la figlia di Charlie Chaplin. Accade nella vita che poi arrivi il buio. E poi la risalita.
Per il Niccolini un restauro importante legato a un’avventura anche familiare che ha come protagonista la famiglia Pagliai di Firenze. Lui, il capostipite, Mauro Pagliai, ha iniziato a lavorare a 15 anni come tipografo: ha fatto passi da gigante, fino a non essere più solo stampatore, ma editore di riferimento di tutti i cataloghi d’arte, e i libri che si pubblicano a Firenze e in Toscana per le istituzioni. Sostenuto dalla famiglia, è riuscito ad arrivare al termine di un’avventura costata soldi, dubbi e fatiche burocratiche.
Il teatro fino ai primi del Novecento si chiamava ‘teatro del Cocomero’, il nome antico della via in cui si trova (oggi via Ricasoli). Una lunga vita alle spalle: nato nel Seicento da un’idea e dall’amore di don Lorenzo de’ Medici, fondatore anche dell’Accademia drammatica, fu il primo esempio di scuola e compagnia stabile di teatro di prosa in città. La storia in qualche modo si ripete: ieri, con la protezione del cardinale Giovan Carlo de’ Medici, si iniziò a usare il teatro del Cocomero per tragedie e commedie classiche, come nobile svago di aristocratici e della stessa famiglia granducale.
Oggi esiste un accordo tra Opera di Santa Maria del Fiore e Teatro Niccolini. Una nuova ottica di vedere il teatro anche in un progetto di riorganizzazione dell’offerta culturale e di riqualificazione di piazza del Duomo, visto che il Niccolini è, praticamente lì. Da fine aprile circa, i turisti ogni giorno dopo aver acquistato un biglietto del Opera del Duomo, potranno recarsi al Niccolini per assistere a un video preparatorio alla visita nei luoghi sacri di Firenze: racconterà la storia dei monumenti del Grande Museo del Duomo e cosa essi hanno significato, nel corso dei secoli, per la città.
Anche il premier Matteo Renzi l’altro giorno si è recato in visita privata al Niccolini per toccare con mano la fine di un lungo restauro durato 9 anni e sostenuto ( il costo è rimasto top secret, solo un’infinita fila di ringraziamenti hanno fatto intuire l’entità dell’impegno) dall’editore Mauro Pagliai che lo acquistò nel 2006. Per tutti, dopo questa lunga attesa, le prime visite guidate a ingresso gratuito sono previste sabato 9 gennaio, ogni 15 minuti dalle 14.30 alle 18.30, prenotando su www.teatrodellapergola.com. Di grande interesse storico e architettonico, il Niccolini è anche tra i primi teatri “moderni” d’Europa. Bentornato tra noi.